Ai primordi della civiltà si credeva che i morti avessero bisogno di nutrimento come i vivi, pertanto i loro congiunti sentivano il dovere di soddisfare quest’esigenza con una serie di regole che diedero luogo a un culto.
Questo culto sembra sia stato la più antica delle religioni per i popoli indoeuropei. La morte fu il primo mistero e alimentava la concezione del soprannaturale, perchè si sperava che vi fosse un seguito alla fugacità della vita umana.
Si temeva lo spirito dei defunti e per ingraziarseli si rivolgevano loro offerte e preghiere. I morti venivano ritenuti e appellati sacri, ogni defunto era una divinità e il suo decesso veniva considerato una sorta di apoteosi in un mondo soprannaturale.
In epoche successive il nutrimento dei morti divenne simbolico, ma il carattere sacro del culto rimase. Cicerone scriva: “I nostri avi hanno voluto che gli uomini che hanno lasciato questa vita siano contati nel numero degli Dei”.
A prescindere dalle loro virtù, meriti o demeriti, tutti i defunti acquisivano questa sacralità; se in vita era stato malvagio, avrebbe conservato tale inclinazione anche nell’oltretomba. I Greci davano spesso ai defunti l’appellativo di divinità sotterranee, i Romani li chiamavano Dei Mani e le tombe erano i templi di queste divinità. Sotto l’iscrizione Dis Manibus veniva sepolto e davanti alla tomba c’era un altare per i sacrifici come dinanzi a ogni tempio.
Questo culto lo si ritrova presso tutti i popoli di origini indoeuropee; anche se col passare dei secoli le credenze si modificavano, il concetto di sacralità dei defunti rimase sino all’affermarsi del cristianesimo, quando si trasformò.
Il culto di coloro che i Greci chiamavano Demoni o Eroi, i Latini Lari, Genii o Mani, si esprimeva con banchetti, sacrifici e offerte in onore dei morti, che sarebbero rimasti sereni nel loro mondo finchè tali offerte fossero durate. Se cessavano, l’anima del defunto avrebbe lasciato la sua dimora per vagare senza pace tra i vivi, perdendo la felicità e parte della sua sacralità. Nel rimproverare ai discendenti la loro negligenza, potevano perseguitarli e punirli sino a quando non fosse ripreso il culto che spettava loro.
Se il defunto trascurato poteva diventare malefico, quello onorato era un nume tutelare che continuava a proteggere chi lo ricordava e venerava.
Nel mondo moderno non rimane quasi più nulla del culto dei morti, a parte la celebrazione del loro ricordo se ci furono cari o fecero qualcosa di notevole; resta solo la pietà per la loro scomparsa.